Giorgio Cacciaguerra

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Competenze:

Formazione
Laurea in architettura presso l'Istituto Universitario di Venezia.
Carriera accademica ed attività didattica

Professore ordinario nel raggruppamento disciplinare ICAR 10 presso l'Università degli Studi di Trento, afferisce al Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale.

E' titolare dei seguenti insegnamenti: Architettura tecnica 2 con Laboratorio (corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura),  Conservazione, recupero e ristrutturazione degli edifici (corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura), e Recupero e conservazione degli edifici (corso di laurea in Ingegneria Civile.

 

Interessi di ricerca
La ricerca svolta attiene principalmente all'approfondimento della storia del costruire, dell'evoluzione delle tipologie insediative ed edilizie, delle tecniche costruttive e dei materiali, come esito dell'adattamento alle esigenze dell'habitat, ciò nella complessità del processo costruttivo sia nella nuova edificazione che del recupero.
Attività di ricerca

L’attività di ricerca è globalmente caratterizzata dall’interesse per i temi propri della storia del costruire, dell’affinamento delle tecnologie costruttive, della genesi delle tipologie edilizie, delle tecniche costruttive e dei materiali come esito dell’adattamento alle esigenze dell’habitat, e ciò nella complessità del processo costruttivo della nuova edificazione e dei recupero.L’attività di ricerca si incentra in particolar modo su 2 tematiche:

1) l’architettura vernacolare: la conoscenza per il riutilizzo e per l’innovazione, con particolare riferimento allo studio delle tipologie insediative ed edilizie di ambito montano;

2) l’architettura nelle sue correnti stilistiche moderne, il liberty e il razionalismo;Questi due macro temi possono essere suddivisi in quattro filoni principali, in cui sono stati prodotti diversi studi, i cui risultati sono stati pubblicati.

1a) l’architettura vernacolare: la conoscenza per il riutilizzo e per l’innovazioneIl tema dell’architettura vernacolare viene affrontato alle diverse scale di intervento, dalla scala urbana a quella dei manufatto isolato.Alla scala urbana vengono approfondite le tecniche dell’analisi dei tessuti edilizi e delle matrici morfologiche degli insediamenti (urbani ed agricoli), verificando i modi di costruzione degli aggregati edilizi nella loro stratificazione storica, deducendo i meccanismi formativi peculiari delle diverse epoche.Alla scala dell’edificio viene posta in essere una metodologia analitica per la determinazione tecnico - costruttiva per la definizione dello stato di degrado dell’esistente, al fine di esplicitare alcune indicazioni per la corretta formulazione di interventi di riuso e risanamento. Questo filone di ricerca porta ad analizzare tessuti e manufatti costruiti nei periodi pre e postindustriali, con localizzazione prevalente nell’arco alpino.

1b) le tipologie edilizie in ambito montano: l’uomo e il paesaggioIn questo filone di ricerca l’obiettivo è quello di fornire una diversa e approfondita chiave di lettura dell’ambiente, che consenta di produrre strumenti su cui basare gli interventi di recupero e di nuova edificazione in siti omogenei per cultura, economia, morfologia, evitando sia il totale stravolgimento dell’esistente che la conservazione passiva.La morfologia dei terreno, i caratteri climatici, nonché l’isolamento fisico, hanno da sempre prodotto in ambito montano opere edilizie particolari, sia a scala dell’elemento che a quella urbana.Queste soluzioni sono rimaste stabili nel tempo fino alla mediazione con i tipi edilizi importati, vuoi dal modernismo che dalla produzione edilizia a tipologia urbana.Non è possibile leggere e percepire un ambiente, un territorio, un paesaggio costruito o persino un tipo edilizio, senza saper leggere ed interpretare correttamente i valori del sedime, l’impianto comune dell’insediamento, la definizione degli spazi costruiti e degli spazi liberi o degli spazi di relazione dai quali il tipo nasce e si completa.La difficoltà di riconoscere questi elementi strutturanti, le reciproche gerarchie e relazioni che li caratterizzano, particolarmente in ambito montano, ha ispirato l’analisi sull’insieme edilizio “minore" dell’arco alpino che ha portato ad orientare l’attività di ricerca al progetto di decodificazione delle spazio antropizzato sino all’individuazione delle singole tipologie edilizie di diversi ambiti montani.

1c) le architetture e i paesaggi d’altura

Con questa attività ci si propone di censire quattro elementi strutturali dei siti di altura trentini:paesaggi antropici, fortificazioni della prima guerra mondiale, chiese, case. Si prevedono: (1) uncensimento esaustivo, (2) l’analisi stratigrafica di edifici significativi e (3) la valutazione, medianteopportune procedure standardizzate, dello stato di conservazione delle strutture architettonichee dei paesaggi antropici attuali.

Note

- abilitato all’esercizio della professione negli esami di Stato della sessione nel novembre 1970

- iscritto all’Ordine degli Architetti della Provincia di Udine nel gennaio 1971 con il n. 188

- dal 1971 conseguita l’abilitazione professionale, svolge l’attività professionale in forma associata con il fratello prof. ing. Sebastiano Cacciaguerra

- Direttore incaricato dell’Ufficio Tecnico ed Urbanistico del Consorzio della Comunità Collinare del Friuli Venezia Giulia dal 1971 al 1974

- Consulente esperto della Camera di Commercio Industria ed Agricoltura di Udine

- Consulente esperto della Associazione Piccole Industrie della Provincia di Udine

- Membro del gruppo di consulenza della Regione Friuli Venezia Giulia per il recupero degli edifici danneggiati dal terremoto nelle aree di Majano ed Osoppo.

- Consulente tecnico di varie Amministrazioni della Regione Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Basilicata.

- Consulente esperto delle Province Autonome di Trento e di Bolzano

- Consulente tecnico del I.T.E.A. Istituto Trentino Edilizia Abitativa

- dal 1980 al 1983 collabora quale cultore della materia agli insegnamenti tenuti presso l’Istituto di Urbanistica e Pianificazione della Facoltà di Ingegneria di Udine.

- dal 1988 è professore associato nel raggruppamento di Architettura e Tecnologia della Produzione edilizia presso la Facoltà di Ingegneria della Università di Trento; titolare della Cattedra di

Organizzazione del Cantiere Titolare per supplenza nel 1991 del corso di “Disegno 2° “equipollente al corso di “Progettazione degli Elementi Costruttivi” e dal 1992 del corso “Recupero e Conservazione degli Edifici”.

- afferisce al dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale.

- membro esperto della Regione FVG Comitato Tecnico Regionale sezione 1^ Urbanistica ed Edilizia dal 1993.

- componente esperto della Regione FVG Commissione Beni Culturali ed Ambientali (legge Galasso) dal 1993.

- componente del Collegio docenti del Dottorato di Restauro e Recupero edilizio delle Università di Trieste Trento e Napoli dal 1993 al 2001.

- Consigliere Tesoriere dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Udine dal 1991.

- Presidente della Federazione Regionale degli Ordini degli Architetti delle RFVG dal 1999.

- dal 1998 al 2010 è presidente dell’Ordine degli architetti della Provincia di Udine.

- membro del DOCOMOMO Italia Associazione per la Documentazione e catalogazione e restauro delle opere del Movimento moderno dal 1998.

- componente della quattrocentesca Accademia di Lettere scienze ed arti degli Sventati.

- dal 2003 al 2007 è presidente del corso di area didattica in Ingegneria Civile.

- dal 2003 è presidente del corso di area didattica in Ingegneria Edile-Architettura.

- dal 2011, componente del consiglio nazionale degli architetti.